Gli sbalzi di temperatura tra ambienti riscaldati e non, l’aggressività degli agenti atmosferici e il freddo possono infatti danneggiare i capelli rendendoli più secchi, opachi e deboli, portandoli a spezzarsi più facilmente.
Nei mesi invernali si assiste ad un calo delle temperature che spesso determina una vasocostrizione a livello del cuoio capelluto. Il conseguente danneggiamento del bulbo del capello può aggravare il fenomeno della caduta osservabile nei mesi primaverili.
Anche il vento e l’elevata umidità possono costituire agenti altamente aggressivi sui capelli, come ad esempio l’effetto crespo, tipico del periodo invernale: in questi casi la capigliatura diventa indistricabile ed incline ad essere sottoposta a maggiore stress sia in fase di lavaggio, che di asciugatura e pettinatura. Se i capelli sono già fragili o soggetti a problematiche di natura degenerativa come l’alopecia androgenetica, l’inverno può costituire un fattore di rischio e influire sulla perdita dei capelli.
Un capello inaridito è indice di un indebolimento della cuticola esterna del fusto che tende a sollevarsi e a far sì che il capello si elettrizzi o si spezzi. La cuticola esterna è il rivestimento protettivo dei capelli ed è normalmente formata da cellule lisce e lucide, rinforzate dalla cheratina. Quando i legami tra le cellule si spezzano e queste si sollevano, è più facile che gli agenti esterni vadano a penetrare all’interno del fusto aggredendolo e minandone l’integrità. A questo punto il capello indebolito cede alla minima pressione, spezzandosi e cadendo.